L'ETICA, o MORALE, è quella branca
della filosofia che si riferisce al comportamento dell'uomo nel più
diversi aspetti della sua esistenza. La stessa origine etimologica
delle due parole esprime, già di per sé, tale riferimento al
comportamento: ETICA proviene dal greco "ETHOS" e MORALE
dal latino "MOS, Moris" plurale "MORES" che
indicano ambedue il costume, in quanto modo di vivere.
MORALITA’ o ETICITA’ indicano
quindi la qualità ed il grado di osservanza del principio etico o
morale. Ovviamente la "Moralità" può essere
considerata sotto vari aspetti a seconda che si giudichi il
comportamento dell'uomo nei vari campi in cui l'uomo stesso vive e si
esprime, ed a seconda che ci si limiti a considerare le azioni nelle
quali la moralità stessa (o la immoralità o amoralità) si esprime,
o che si risalga alle motivazioni intime di tali azioni, nei pensieri
e nel sentimenti dell'uomo stesso.
Ci sarà quindi una moralità di
carattere personale che, si riferirà alle norme di comportamento
dell'individuo, alle motivazioni dei suoi pensieri e sentimenti, come
ad esempio la morale sessuale, quella professionale, ecc. e una
morale "sociale" che si riferirà all'uomo, in quanto
membro della società e quindi al comportamento dell'individuo nella
e con la società di cui fa parte.
Ci saranno quindi i vari aspetti di
tale moralità come "sociale", "politica",
ecc. Occorre notare e, precisare chiaramente che, i vari aspetti
della moralità (che si distinguono per chiarezza di analisi) sono
però strettamente collegati fra loro ed interdipendenti: la moralità
individuale e quella sociale hanno infatti le medesimi radici nel
profondo della coscienza umana, anche se poi si esprimono in campi
diversi a seconda delle situazioni differenti in cui la persona viene
a trovarsi. Per quanto concerne la Fratellanza massonica,
ambedue gli aspetti della moralità debbono essere presi in
considerazione. La Massoneria infatti, non è, soltanto, una
società finalizzata ad uno scopo particolare, per cui le esigenze di
moralità dei suoi membri vengano considerate unicamente nell'ambito
di tale scopo, salvo casi di deviazioni tanto gravi da dare scandalo
e quindi nocumento alla società medesima.
Ad esempio, una società letteraria,
filosofica, artistica, sportiva, ecc... si preoccuperà della
moralità dei suoi membri nel campo delle sue finalità stesse e non
al di fuori di essi. Un'accusa di plagio sarà considerata infamante
in una società letteraria, mentre un comportamento immorale, per
esempio nell'etica sessuale, purché non faccia scandalo, non sarà
considerato con il medesimo rigore.
La storia della letteratura è piena di
esempi del genere: Victor Hugo o Pasolini, per non citare che due
esempi di epoche e paesi diversi, non sarebbero cacciati per
indegnità da nessuna società letteraria, non ostante la sfrenatezza
sessuale del primo e le deviazioni ancora più ignominiose del
secondo.
Nella Massoneria, le cose vanno diversamente, o, almeno,
dovrebbero andare diversamente, perché, purtroppo, non è sempre
così, come esemplificano fatti anche clamorosi e recenti.
La Massoneria richiede ai suoi membri
un livello di moralità che si estenda a tutti gli aspetti
dell'etica. Quando un profano bussa alla Porta del Tempio, si
richiede la garanzia che sia "uomo libero e di buoni costumi",
ossia che, la sua moralità, malgrado tutte le manchevolezze di ogni
creatura umana, sia ad un livello tale da permettergli di fare parte
di una società che dovrebbe essere composta unicamente da uomini
"liberi e di buoni costumi".
Purtroppo questa frase, cosi spesso
ripetuta, non è sempre adoperata e recepita nella sua assolutezza,
col risultato che, per amor di proselitismo, vengono presentati ed
accolti profani, la cui presenza nelle Famiglie massoniche, risulta
più a danno che a vantaggio della comunità dei Fratelli e del buon
nome della Massoneria stessa, nel mondo profano.
Non si vuole pretendere con
questo che debbano essere accolti solo profani "perfetti",
perché, altrimenti, non avrebbe alcun senso il richiedere un impegno
a "sgrossare la loro pietra grezza", ma, almeno, che ci sia
in loro la disposizione ed il desiderio di farlo in modo che, i loro
"buoni costumi", ossia, la loro "moralità" in
campo profano, sia suscettibile di quel continuo miglioramento
interiore che, costituisce uno degli scopi essenziali della
Massoneria.
Infatti, quando il neofita viene
ammesso, la sua "moralità" acquista un nuovo requisito di
carattere sociale, in quanto non gli si richiede più soltanto di
essere personalmente di "buoni costumi", ma di assumere un
comportamento che rispetti i principi della Famiglia massonica nel
suoi rapporti con i Fratelli, primi fra tutti, la tolleranza e la
fratellanza.
Per rimanere nella immagine simbolica
della pietra grezza e della pietra levigata, che è quella che si
avvicina di più all'argomento di cui trattiamo, si potrebbe dire
che, se si vuole procedere allo sgrossamento ed alla levigazione
della pietra grezza, bisogna però che inizialmente che ci sia una
"pietra",ossia una solidità morale, sia pure grezza, sulla
quale lavorare. L'Arte muratoria consiste appunto in questo:
sapere scegliere la pietra grezza che sia suscettibile di lavorazione
(selezione delle candidature di profani da iniziare che abbiano una
"moralità" preesistente tale che possa venire trasformata
in "moralità massonica"); lungo e paziente lavoro che,
procede di grado in grado per la trasformazione ed il perfezionamento
del Fratello in "pietra levigata", ossia al livello di
"moralità massonica!".
E questo il punto nel quale occorre
fare alcune considerazioni sull'origine, o sulla base, della
"moralità" in senso profano ed in senso massonico. La
filosofia etica insegna che, la morale, ossia il principio etico che
sta alla base del comportamento di ogni persona, può avere origini
diverse: essa può essere "autonoma" ossia ubbidire a norme
che, l'individuo stesso si dà, ossia regolarsi secondo la "coscienza
personale" che indica e distingue ciò che è bene e ciò che è
male.
Poiché, però, l'uomo vive, fin dalla
sua nascita, insieme ad altre persone (famiglia, scuola, società,
ecc ... ) ci sono regole di comportamento morale che gli provengono
dall'esterno e che gli indicano comportamenti morali che possono (o
non possono) corrispondere a quanto gli viene dettato dalla propria
etica personale.
Quando c'è armonia tra la morale
"autonoma" e la morale "eteronoma" non sorgono
problemi, ma quando capiti che esse siano in disaccordo, o
addirittura in contrasto, si presenteranno problemi di obiezione di
coscienza da una parte, o tentativo di sopraffazione dall'altra.
Questa è la ragione per la quale è indispensabile che ogni neofita
venga previamente informato di quali sono i principi morali della
Massoneria per considerare se, fino a che punto, egli è disposto ad
accettarli, senza entrare in contrasto con la propria coscienza.
Viceversa, è dovere di ogni Famiglia
massonica, verificare con la massima cura se, e quanto, la moralità
di un candidato sia tale che egli possa recepire, senza contrasto, i
principi morali della Famiglia nella quale chiede di entrare. Ma c'è
un altro punto importante da prendere in considerazione: ed è che la
moralità massonica è "Teonoma", ossia si ispira a
principi che sono al di sopra di ogni autonomia individuale e di ogni
eteronomia che derivi dal consenso dei membri che hanno accettato
insieme, e quindi ritenuti validi per tutti, e doverosi per tutti, un
certo numero di principi morali basati sulle affermazioni del
trinomio massonico e sul principio della tolleranza.
Pur senza essere una "Chiesa"
con dogmi, principi di fede, ecc. la Massoneria pone al centro dei
suoi Lavori il "Libro della Sacra Legge",ossia la volontà
etica del "Grancle Architetto dell'Universo". Ciò
significa che, al di sopra dei principi etici individuali e delle
leggi morali che provengono dal comune consenso, si ammettono e si
accettano, come valori fondamentali, alcuni principi di moralità che
hanno origine fuori, e al di sopra, sia dell'individuo, che della
comunità dei Fratelli, in quanto provengono dal Grande Architetto,
ossia da Dio.
La moralità massonica è (o meglio
dovrebbe essere) una perfetta armonia tra i principi morali che
provengono dalla sua accettazione della volontà etica della divinità
(comunque concepita) divenuta volontà comune della Famiglia e
penetrata nella coscienza di ogni Fratello, in modo che egli la senta
sua. Poiché, come si diceva, la Massoneria non è una Chiesa
che, esiga l'accettazione di specifici dogmi, vi permane la più
ampia libertà intorno alla definizione del Grande Architetto, sicché
possono essere massoni uomini che, appartengano a fedi diverse,
comunque essi concepiscano, l'essenza della divinità ed i loro
rapporti con la medesima, ma non possono essere massoni coloro i
quali, rifiutano di riconoscere che al di sopra della loro moralità
individuale e della loro accettazione dei principi morali della
massoneria, c'è un principio morale che proviene da un "principio"
di moralità assoluto che è quello derivante dalla accettazione del
Grande Architetto, come il legislatore supremo.
In altre parole si può affermare che,
la Massoneria, ha il massimo rispetto per la autonomia della
coscienza di ogni suo membro, ma che, nel contempo, esige da lui che
"liberamente o spontaneamente'' accetti e faccia sua la
moralità, ossia LE NORME di COMPORTAMENTO dei Fratelli. Ossia
LIBERTA’, ma anche UGUAGLIANZA e FRATELLANZA; nella consapevolezza
che, tanto la coscienza individuale, quanto le regole di
comportamento massonico che si accettano, derivano tutte da un unico
principio che è superiore ad ogni individuo e ad ogni collettività
e che (comunque lo si concepisca) viene ritenuto la "fons
autoritatis", ossia il principio morale dal quale debbono trarre
ispirazione e guida sia la moralità individuale che quella della
Famiglia massonica.
Blog ben fatto e di gradevole lettura. Ricco di contributi e illuminata esperienza. Anche così si contribuisce alla ricerca e all'accrescimento interiore degli uomini liberi e di buoni costumi.
RispondiEliminaM:.V:. F.V.
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RispondiElimina<Bella spiegazione... semplice è allo stesso tempo coinvolgente,per chi cerca questo meraviglioso cammino.
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