Giordano
Bruno ( il suo vero nome era Filippo Bruno , ma
assunse quello di Giordano entrando nell' ordine domenicano ) , ebbe
una vita piuttosto movimentata : nato nel 1548 a Nola , presso Napoli
( dove studiò e ricevette una prima formazione di stampo
aristotelico ) , prese i voti , ma ben presto i suoi dubbi sulla
dottrina trinitaria e su quella dell' incarnazione lo misero in
contrasto con gli ambienti ecclesiastici . Allontanatosi da Napoli
nel 1576 , iniziò a peregrinare per l' Europa : prima a Ginevra ,
poi a Tolosa
e a Parigi ( ove godè il favore di Enrico III ) , dove ebbe inizio
la sua produzione filosofica ; quindi in Inghilterra ( ove fu anche
accolto dalla regina Elisabetta ) , dove insegnò a Oxford e in
questo periodo eseguì la stesura dei dialoghi italiani e di alcune opere latine
. Ritornato a Parigi , nuovi contrasti con gli
ambienti universitari legati alla tradizione aristotelica lo
costrinsero a trasferirsi in Germania , dove insegnò a Marburgo ,
Wittemberg e Francoforte e completò le opere latine . Accettata
infine l' ospitalità del nobile veneziano Giovanni Mocenigo , nel
1592 fu da questi denunciato all' Inquisizione e fatto arrestare per
i suoi dubbi sulla funzione della religione e i sospetti di
eterodossia gravanti sulle sue dottrine . In un primo tempo riuscì
ad evitare la condanna con una parziale ritrattazione , ma nel 1593
fu trasferito all' Inquisizione di Roma e , dopo sette anni di
carcerazione , fu condannato a bruciare sul rogo a Campo dei Fiori (
Roma ) il 17 febbraio del 1600 : l' imputazione mossagli fu di
dubitare della trinità , della divinità di Cristo e della
transustanziazione , di voler sostituire alle religioni particolari
la religione della ragione come religione unica e universale e di
affermare che il mondo é eterno e che vi sono infiniti mondi .
Giordano
Bruno é uno di quei pensatori diventati famosi per
via di vicende in parte estranee alla loro filosofia ; é uno di
quelli che ha avuto vicende " disgraziate " , é un martire
del pensiero , un po’ come Socrate : fu infatti processato dalla
Chiesa cattolica e infine condannato a bruciare sul rogo . Giordano
Bruno fu di carattere particolarmente irrequieto e ,
come detto , fin dall' inizio non si sentì convinto da alcune verità
dogmatiche della chiesa cattolica e finì per abbandonare i voti e
distaccarsi dalla chiesa cattolica . Durante le sue peregrinazioni
arrivò a simpatizzare per la causa calvinista per ovvi motivi : gli
sembrò essere una protesta ai danni della chiesa cattolica nella sua
dimensione istituzionale ; del calvinismo colse quindi soprattutto il
messaggio " liberatore " . Comunque poi abbandonò questa
simpatia per il calvinismo e , paradossalmente , tornò indietro sui
suoi passi accettando alcuni valori della dottrina cattolica . Da
notare che il suo processo é durato diversi anni , il che testimonia
che l' inquisizione romana non era poi così efferata e malvagia come
si può pensare , a differenza di quella spagnola . Dove e quando
potevano i giudici della chiesa romana cercavano delle vie di
compromesso : c' era una " buona volontà " nella chiesa
cattolica che trovava qualche appiglio nelle posizioni di Giordano
Bruno : fu lui che non ebbe alcuna intenzione di rinunciare ai
principi di fondo della sua " dottrina " e quando si trovò
al momento della decisione finale preferì morire ma mantenere le sue
posizioni . Ci doveva pur essere qualcosa che poteva dare adito a un
confronto e a un dialogo con la chiesa cattolica se ci misero quasi
otto anni a ucciderlo : la parziale accettazione del cattolicesimo ,
sulla base essenzialmente di posizioni averroistiche : anche con la
fede si può raggiungere la verità , sebbene si tratti di una verità
di second' ordine rispetto a qella filosofica , una verità insomma
destinata alla massa , al volgo . Giordano Bruno , comunque , era
convinto che le religioni potevano essere buon strumento per far
acquisire alla " massa " alcune verità , magari meno
precise e più discutibili , e soprattutto potevano essere strumento
di controllo delle masse ; é evidente che Giordano Bruno rientra
pienamente nell' aristocraticismo intellettuale propugnato da Averroè
. E' ovvio che questo per i giudici dell' inquisizione non bastava
per salvarlo , ma in fin dei conti poteva essere un buon punto di
partenza per una sorta di trattativa . Dovendo poi scegliere tra le
religioni , quella che maggiormante si confaceva alle istanze di
Giordano Bruno era il cattolicesimo e non certo il calvinismo , per
vari motivi : innanzitutto quella di Calvino era essenzialmente una
protesta e non solo intellettuale ( come voleva Giordano Bruno ) , ma
anche " fisica " : il calvinismo divenne vero e proprio
strumento di guerra e di disordine e é quindi comprensibile che
Giordano Bruno preferisse il cattolicesimo , che se non altro si
prefigurava come strumento di pace . In più Giordano Bruno non
poteva accettare l' idea della predestinazione tipica del calvinismo
: principio ispiratore della filosofia di Bruno é proprio la libertà
e l' idea di essere predestinati dall' eternità non lasciava a essa
grande spazio . Fatte queste premesse , é ovvio comunque che la
Chiesa si comportò con Bruno ( e con molti altri ) in modo subdolo e
riprovevole , condannando a morte una persona solo perchè
sostenitrice di idee diverse ; qualunque cattolico non può non
riconoscere la meschinità di questa condanna , di questo gesto che
ben sintetizza l' atteggiamento della Chiesa nel corso della storia ;
altri fulgidi esempi di questo scempio cattolico sono il Savonarola e
il pugliese Cesare Vanini , in un certo senso precursore dell'
illuminismo . Ben diverso é poi l' esito del processo di Bruno
rispetto a quello di Galilei : Bruno é condannato , Galileo abiura ,
ossia firma un documento
dove c'é scritto che le sue teorie sono false e viene così salvato
. Galileo é stato più volte criticato perchè pur di salvare la
pelle ha fatto per così dire " marcia indietro " ,
rinunciando alle sue teorie . In realtà c'é una questione di fondo
: la diversità degli atteggiamenti di questi due intellettuali ,
Giordano Bruno e Galilei , nasce non solo da diversità caratteriali
, ma anche dagli ambiti di interesse dei due . Galilei é uno
scienziato più che un filosofo : questo é significativo perchè la
filosofia può aver bisogno di martiri perchè in qualche modo é una
verità soggettiva , che va vissuta , non é un fatto meramente
teoretico ; non é la verità matematica , inconfutabile e solida :
detto in altri termini , di Galilei ci ricordiamo malgrado la sua
figura , ma Bruno , se avesse abiurato , avrebbe senz' altro avuto
meno importanza nella storia del pensiero . Non a caso questi
personaggi " martiri " come Socrate , Anassagora sono tutti
personaggi per i quali la testimonianza che hanno dato diventa un
elemento della loro filosofia : Socrate aveva ben ragione a suo tempo
a dire di non poter fare " marcia indietro " perchè
sarebbe stato come negare tutto ciò che per una vita intera aveva
sostenuto . Invece ha ugualmente ragione Galilei a dire il contrario
, tant' é che si racconta che uscito dal tribunale dove aveva
firmato il documento di abiura scalciasse contro la terra
dicendo : " eppur si muove ! " , che é come dire : "
io ho firmato il documento , sono salvo e posso proseguire i miei
studi , però la verità da me sostenuta continua ad essere vera : la
Terra continua a muoversi anche se io ho effettuato questa scelta ! "
. In un certo senso Galilei ha fatto bene ad agire così perchè
tanto le sue verità sono emerse nonostante la condanna e inoltre ,
dopo il documento di abiura , ha scoperto nuove verità che non
avrebbe potuto scoprire se messo sul rogo . Questo non sarebbe certo
stato valido per Socrate o per Bruno ; egli é diventato simbolo
della libertà di pensiero , un simbolo strano si dovrebbe aggiungere
, in quanto c'é spesso stato chi di lui ha fatto un eroe laico , il
che é vero fino ad un certo punto : é vero che é andato contro
alla chiesa cattolica , però poi il contenuto della sua filosofia é
tutto fuorchè laico . In modo simile a Socrate , Bruno preferì
terminare la propria esistenza in modo eroico e coerente piuttosto
che rinnegare i suoi ideali e condurre una vita che avrebbe perso di
significato : "Ho lottato, é molto: credetti poter vincere ( ma
alle membra venne negata la forza dell'animo ), e la sorte e la
natura repressero lo studio e gli sforzi. E' già qualcosa l'essersi
cimentati; giacchè vincere vedo che é nelle mani del fato. Per quel
che mi riguarda ho fatto il possibile, che nessuna delle generazioni
venture mi negherà; quel che un vincitore poteva metterci di suo:
non aver temuto la morte, non aver ceduto con fermo viso a nessun
simile, aver preferito una morte animosa a un'imbelle vita . " (
De monade, numero et figura ) .
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