I Concernente Dio e la religione: Un muratore è tenuto per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se intende rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese ad essere della religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando loro le loro particolari opinioni; ossia essere uomini buoni e sinceri o uomini di onore ed onestà, quali che siano le denominazioni o le persuasioni che li possono distinguere; per cui la Muratoria diviene il Centro di Unione, e il mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente distanti.
II Del magistrato civile supremo e
subordinato: Un Muratore è un pacifico suddito dei Poteri
Civili, ovunque egli risieda o lavori e non deve essere mai coinvolto
in complotti e cospirazioni contro la pace e il benessere della
Nazione, né condursi indebitamente verso i Magistrati inferiori;
poiché la Muratoria è stata sempre danneggiata da guerre, massacri
e disordini, così gli antichi Re e Principi sono stati assai
disposti ad incoraggiare gli uomini dell’Arte, a causa della loro
tranquillità e lealtà; per cui essi praticamente risposero ai
cavilli dei loro avversari e promossero l’onore della fraternità
che sempre fiorì nei tempi di pace. Cosicché se un Fratello
divenisse un ribelle contro lo Stato, non deve essere favorito nella
sua ribellione ma piuttosto compianto come uomo infelice; e, se non
convinto di altro delitto, sebbene la leale Fratellanza possa e debba
sconfessare la sua ribellione e non dare ombra o base per la gelosia
politica del governo in essere, egli non può venire espulso dalla
Loggia ed il suo vincolo rimane irrevocabile.
III Delle Logge: Una loggia è
un luogo dove i Muratori si raccolgono e operano; per cui tale
assemblea, o debitamente organizzata società di Muratori, è
chiamata una Loggia, e ogni fratello deve appartenere ad una ed
essere soggetto alle sue norme e ai regolamenti generali. Essa è
particolare o generale e ciò si comprenderà meglio frequentandola e
mediante i regolamenti inerenti della Loggia generale o Gran Loggia.
Nei tempi antichi, né Maestro né Compagno poteva esservi assente,
specialmente quando convocato a comparirvi, senza incorrere in severa
censura, salvo che non risultasse al Maestro e ai Sorveglianti che
forza maggiore lo aveva impedito. Le persone ammesse come membri di
una Loggia devono essere uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età
matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o
scandalosi, ma di buona reputazione.
IV Dei maestri, sorveglianti,
compagni e apprendisti: Tutte le preferenze fra i Muratori sono
fondate soltanto sul valore reale e sul merito personale: che così i
committenti siano serviti bene, che i Fratelli non debbano
vergognarsi né che l'Arte Reale venga disprezzata: Perciò nessun
Maestro o Sorvegliante sia scelto per anzianità ma per il suo
merito. È impossibile descrivere tali cose per iscritto e ogni
Fratello deve stare al suo posto e addestrarsi in una via peculiare a
questa Fraternità: i candidati possono sapere soltanto che nessun
Maestro può assumere un Apprendista se non ha bastevole occupazione
per lui, se non è un giovane perfetto, non avente nel suo corpo
mutilazioni o difetti che lo possano rendere incapace di apprendere
l'Arte, di servire il committente del Maestro e di essere creato
Fratello e poi a tempo debito Compagno d'Arte, quando egli abbia
servito un termine di anni quale comporta il costume del Paese; e che
egli discenda da genitori onesti; che così, se altrimenti
qualificato, egli possa accedere all'onore di essere il Sorvegliante
e poi li Maestro della Loggia, il Gran Sorvegliante ed anche il Gran
Maestro di tutte le Logge, secondo il suo merito.Nessun Fratello può
essere Sorvegliante se non ha svolto il ruolo di Compagno d'Arte, né
Maestro se non ha funzionato da Sorvegliante, ne Grande Sorvegliante
se non è stato Maestro di una Loggia, né Gran Maestro se non è
stato Compagno d'Arte prima della sua elezione, essendo anche di
nobile nascita o gentiluomo delle più elevate maniere o eminente
studioso od originale architetto o altro artista, discendente da
genitori onesti e che sia di merito singolarmente grande nella
opinione delle Logge. E per il migliore, più agevole e più
onorevole adempimento di tale ufficio, il Gran Maestro ha il potere
di scegliere il suo proprio Deputato Gran Maestro che deve essere, o
essere stato precedentemente, il Maestro di una Loggia particolare,
ed ha il privilegio di agire come può agire il Gran Maestro, suo
principale, a meno che il detto principale sia presente o interponga
la sua autorità con una lettera. Questi Ordinatori o Governatori,
supremi e subordinati, dell'antica Loggia, devono essere obbediti nei
loro rispettivi ambiti da tutti i Fratelli, secondo gli antichi
doveri e regolamenti, con tutta umiltà, reverenza, amore e alacrità.
V Della condotta dell'arte nel
lavoro: Tutti i Muratori devono lavorare onestamente nei giorni
di lavoro, onde possano vivere decorosamente ne i giorni di festa; e
il tempo stabilito dalla legge del paese, o confermato dal costume,
deve essere osservato. Il più esperto dei Compagni d'Arte deve
essere scelto o nominato Maestro, o sovraintendente del lavoro del
committente; deve essere chiamato Maestro da coloro che lavorano
sotto di lui. Gli uomini dell'Arte devono evitare ogni cattivo
linguaggio e non chiamarsi fra loro con alcun nome spregevole ma
Fratello o Compagno; ed essere cortesi fra loro sia dentro che fuori
dalla Loggia. l Maestro, conscio della sua abilità, condurrà il
lavoro del committente nel modo più ragionevole e lealmente
impiegherà le sostanze di questi come se fossero le sue proprie; né
darà ad alcun Fratello o Apprendista un salario superiore a quanto
realmente merita. Sia il Maestro che i Muratori riceventi il loro
giusto salario devono essere fedeli al committente ed onestamente
compiere il suo lavoro, sia a misura che a giornata; non debbono
lavorare a misura quando è ancora usanza lavorare a giornata.
Nessuno deve manifestare invidia per la prosperità di un Fratello,
né soppiantarlo o fargli togliere il suo lavoro se egli è capace di
compierlo; nessuno può finire il lavoro di un altro per l'utile del
committente, se non ha piena coscienza dei progetti e dei disegni di
colui che l'ha cominciato. Quando un Compagno dell'Arte è scelto
come Sorvegliante del lavoro sotto il Maestro, egli deve essere leale
sia col Maestro che coi Compagni, deve accuratamente sorvegliare il
lavoro nell'assenza del Maestro a beneficio del committente; ed i
Fratelli devono obbedirgli. Tutti i Muratori impiegati riceveranno il
loro salario docilmente, senza mormorazioni e senza ribellioni, e non
lasciare il Maestro fino a che il lavoro sia compiuto. Un Fratello
più giovane deve venire istruito nel lavoro per impedire che sprechi
materiale per inesperienza e perché si ingrandisca e si mantenga
nell'amore fraterno. Tutti gli arnesi usati nel lavoro devono essere
approvati dalla Gran Loggia. Nessun lavorante deve essere adibito a
lavori propri della Muratoria, né i Liberi Muratori potranno mai
lavorare con coloro che sono non liberi, senza una urgente necessità;
né essi possono insegnare ai lavoranti e ai Muratori non accettati,
come devono insegnare a un Fratello o Compagno.
VI Del Comportamento, ossia
nella Loggia allorché costituita:
1. Non dovete formare comitati
particolari o separate conversazioni senza l'assenso del Maestro, non
trattare di alcuna cosa inopportuna o sconveniente, non interrompere
il Maestro o i Sorveglianti, o alcun Fratello che parla col Maestro:
Non occuparvi di cose ridicole o scherzose mentre la Loggia è
impegnata in altre serie e solenni; non usare alcun linguaggio
sconveniente sotto alcun pretesto; ma rivolgere la dovuta riverenza
al vostro Maestro, ai Sorveglianti, ai Compagni e inducendo questi al
rispetto. Se qualsiasi accusa fosse promossa, il Fratello trovato
colpevole deve accettare il giudizio e la decisione della Loggia, che
è giudice idoneo e competente di tutte queste controversie (a meno
che non portiate appello alla Gran Loggia) e davanti alla quale
devono essere portate, a meno che un lavoro del committente non debba
venire interrotto, nel qual caso ci si dovrà regolare
opportunamente; ma non dovete andare in giudizio per quanto concerne
la Muratoria, senza assoluta necessità riconosciuta dalla Loggia.
2. Comportamento quando la Loggia è
chiusa ed i Fratelli non sono usciti Potete divertirvi con
innocente allegria, trattandovi l'un l'altro a vostro talento, ma
evitando ogni eccesso, o di spingere alcun Fratello a mangiare o bere
oltre la sua inclinazione o di impedirgli di andare quando le
circostanze lo chiamano, o di fare o dire cose offensive e che
possono impedire una facile e libera conversazione; poiché questo
turberebbe la nostra armonia e vanificherebbe i nostri lodevoli
propositi. Perciò né ripicche o questioni personali possono essere
introdotte entro la porta della Loggia, ancor meno qualsiasi
questione inerente la Religione o le Nazioni o la politica dello
Stato, noi essendo soltanto, come Muratori, della summenzionata
Religione Universale; noi siamo inoltre di tutte le Nazioni, Lingue,
Discendenze e Idiomi e siamo avversi a tutte le politiche, come a
quanto non ha mai portato al benessere della Loggia né potrebbe
portarlo mai. Questo dovere è stato sempre strettamente posseduto e
osservato; ma specialmente dal tempo della Riforma in Britannia, o il
dissenso e la secessione di tali nazioni dalla Comunione di Roma.
3. Comportamento quando i Fratelli si
incontrano senza estranei ma non in una Loggia costituita Vi
dovete salutare l'un l'altro in modo cortese, come siete stati
istruiti, chiamandovi Fratello l'un l'altro, liberamente fornendovi
scambievoli istruzioni che possano essere utili, senza essere visti o
uditi, e senza prevalere l'un sull'altro o venendo meno al rispetto
dovuto ad ogni Fratello, come se non fosse Muratore. Per quanto tutti
i Muratori siano, come Fratelli, allo stesso livello, pure la
Muratoria non toglie ad un uomo quell'onore di cui godeva prima;
piuttosto aumenta tale onore, specialmente se egli avrà benemeritato
della Fratellanza si deve onore a colui cui è dovuto, ed evitare le
cattive maniere.
4. Comportamento in presenza di
estranei non Massoni. Sarete cauti nelle vostre parole e nel
vostro portamento affinché l'estraneo più accorto non possa
scoprire o trovare quanto non è conveniente che apprenda; e talvolta
dovrete sviare un discorso e manipolarlo prudentemente per l'onore
della rispettabile Fratellanza.
5. Comportamento in casa e nelle
vicinanze Dovete agire come si conviene a uomo morale e saggio;
particolarmente non lasciate che la vostra famiglia, amici e vicini
conoscano quanto riguarda la Loggia, ecc. ma saggiamente tutelate
l'onore vostro e quello dell'antica Fratellanza, per ragioni da non
menzionare qui. Voi dovete anche tutelare la vostra salute non
intrattenendovi troppo a lungo o troppo lontano da casa, dopo che le
ore di Loggia sono passate; ed evitando la ghiottoneria e
l'ubriachezza, affinché le vostre famiglie non siano trascurate od
offese, né voi inabilitati a lavorare.
6. Comportamento verso un Fratello
straniero Lo esaminerete cautamente, conducendovi secondo un
metodo di prudenza affinché non siate ingannati da un ignorante
falso Pretendente, che dovrete respingere con disprezzo e derisione)
guardandovi dal fargli alcun segno di riconoscimento.Ma se accertate
che egli è un vero e genuino Fratello, dovete rispettarlo di
conseguenza; e se egli è in bisogno, dovete aiutarlo se potete,
oppure indirizzarlo dove possa venire aiutato: Dovete occuparlo per
qualche giornata di lavoro oppure raccomandarlo perché venga
occupato. Ma non siete obbligato a fare oltre la vostra
possibilità, soltanto a preferire un Fratello povero, che è un uomo
buono e sincero, prima di qualsiasi altra persona povera nelle stesse
circostanze. Finalmente, tutti questi doveri voi dovete osservare ed
anche quelli che vi saranno comunicati per altra via; coltivando
l'amore fraterno, la pietra di fondazione e di volta, il cemento e la
gloria di questa antica Fratellanza, evitando tutte le dispute e
questioni, tutte le maldicenze e calunnie, non consentendo agli altri
di diffamare qualsiasi onesto Fratello, ma difendendo il suo
carattere e dedicandogli i migliori uffici per quanto consentito dal
vostro onore e sicurezza e non oltre. E se qualcuno vi fa ingiuria,
dovete rivolgervi alla vostra o alla sua Loggia e, dopo, appellarvi
alla Gran Loggia nelle assemblee trimestrali e quindi alla Gran
Loggia annuale, come è stato l'antico lodevole costume dei nostri
antenati in ogni Nazione; non dovete intraprendere un processo legale
a meno che il caso non possa venire risolto in altro modo e
pazientemente affidatevi all'onesto e amichevole consiglio del
Maestro e dei Compagni, allorché essi vogliono evitare che voi
compariate in giudizio contro estranei e vi esortano ad accelerare il
corso della giustizia, che cosi farete meglio l'interesse della
Muratoria con migliore alacrità e successo; ma, rispetto a Compagni
o Fratelli in giudizio, il Maestro e i Fratelli dovranno gentilmente
offrire la loro mediazione, che a loro deve essere con riconoscenza
affidata dai Fratelli contendenti; e se tale sottomissione è
impraticabile, questi potranno condurre il loro processo o causa,
senza animosità e senza collera (non nel modo comune), facendo, od
omettendo quanto possa compromettere l'amore fraterno, e buoni uffici
devono essere rinnovati e continuati; che tutti possano vedere la
benefica influenza della Muratoria, come tutti i veri Muratori hanno
fatto dal principio del mondo e faranno fino alla fine del tempo.
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