Bruno é uno strenuo sostenitore della infinità dell' universo ; uno degli
aspetti della rivoluzione scientifica fu la rivoluzione astronomica ,
ossia le nuove teorie sulla struttura dell' universo . Con Copernico
dalla teoria geocentrica si passò a quella eliocentrica , un
radicale cambiamento di punto di vista : certe cose non potevano
essere spiegate guardando dalla Terra , e così Copernico passò ad
esaminare dal Sole , cambiando appunto il punto di vista . E'
importante l' impatto che ebbe sul mondo questa teoria : ci fu chi la
rifiutò perchè faceva letteralmente paura perchè dava il senso di
perdita di punti di riferimento : da Aristotele in poi si era
abituati all' idea di un mondo finito posto al centro dell' universo
con punti di riferimenti assoluti . Con Copernico non si arriva ad
affermare l' infinità del mondo , ma si vengono a " scardinare
" alcuni punti di riferimento , primo fra tutti la centralità
della Terra . Molte persone videro subito nelle teorie di Copernico
qualcosa che faceva traballare non solo la Terra ma anche l' uomo ,
che non era più il centro ; con Copernico i centri di rotazione
diventano due : il Sole é centro di rotazione dei pianeti e la Terra
é centro di rotazione della Luna ; per la prima volta non c'era più
un centro assoluto e ammettere due centri é un primo passo per
arrivare a dire che di centro non ce n'é proprio nessuno ! Son tutte
cose che psicologicamente fan paura alla gente comune . Ci fu anche
chi accolse positivamente l' ipotesi copernicana , essenzialmente per
due motivi : scientificamente era più vera e quindi Galilei non
tarderà ad accettarla , poi chi la accettò , come Bruno , non per
motivi scientifici ( basti pensare che quando Bruno ne parla nelle sue opere pare avere le idee un pò
confuse a riguardo : ha sì compreso le linee essenziali del pensiero
di Copernico , ma non perfettamente ) , bensì per motivi sociologici
: gli interessa esattamente ciò che impauriva gli altri ; prende la
teoria copernicana come punto di partenza e non di arrivo , cioè a
differenza di Copernico stesso che ( ricordiamolo ) aveva negato l'
infinità dell' universo , Bruno accetta la teoria come punto di
partenza per ammettere l' infinità dell' universo . Ma come faceva
la teoria copernicana a consentire l' infinità dell' universo ?
Ammettere due punti di rotazione é un primo passo verso l'
ammissione di più punti di riferimento assoluti e in qualche modo
già questo lascia intravedere la possibilità di una infinitezza :
quale era il ragionamento di Aristotele per dire che il mondo é
finito ? Diceva : se prendo una penna e la lascio cadere va per terra
, verso il suo luogo naturale ; dalla presunta constatazione dell'
esistenza di moti e di luoghi naturali allora deve esistere un centro
assoluto : perchè ci siano un alto e un basso assoluti ci deve
essere un mondo finito ; se il mondo fosse infinito non ci sarebbero
alto e basso , diceva Aristotele . Copernico quindi aveva posto le
premesse per dimostrare la infinitezza del mondo . Poi c'é un' altra
faccenda : l' universo aristotelico é finito e piuttosto piccolo :
la distanza tra la Terra e il cielo delle stelle fisse ( la "
pelle " del mondo ) era circa due - tre , magari anche dieci
volte quella che separa la Terra dal Sole . Invece Copernico deve
fare i conti con un' obiezione , quella dell' inesistenza dell'
effetto di parallasse : supponiamo di ammettere la teoria
aristotelica che vuole la Terra ferma : il cielo delle stelle fisse
si muove e la Terra sta ferma . Se ci muoviamo nell' ambito della
teoria Copernicana la Terra si muove intorno al Sole : i rivali di
Copernico lo criticavano perchè se fosse stato vero ciò che diceva
lui noi dovremmo vedere ( per l' effetto di parallassi ) le stelle in
modo diverso a seconda delle stagioni , ossia a seconda di come é
orientata in quel momento la Terra intorno al Sole , ma visto che ciò
non accade , allora la Terra é ferma : a quei tempi infatti si era
arrivati a capire che il cielo delle stelle fisse fosse fermo e se
quindi la Terra fosse stata in continuo moto si sarebbe dovuto vedere
il cielo delle stelle fisse " muoversi " , o meglio ,
cambiare di posizione . Copernico fu quindi costretto a dire che l'
effetto di parallassi c' era ma era talmente piccolo che non si
vedeva e quindi dovette aumentare la grandezza dell' universo , la
distanza Terra-stelle fisse : la Terra si muove , diceva Copernico ,
e l' effetto di parallassi c'é , solo he il cielo delle stelle fisse
é così distante da noi che manco ce ne accorgiamo . Copernico
continuava sì a riconoscere finito l' universo , ma esso diventava
comunque enormemente più grande , in altre parole apriva la strada
per il mondo infinito . Bruno non fa altro che sfruttare queste
considerazioni per dire che il sistema copernicano é giusto e per
sostenere positivamente l' infinità dell' universo . Quello che per
i più era segno di smarrimento e perdita di riferimenti , per Bruno diventa punto di partenza per una visione liberatoria dell' universo
: l' universo finito per lui sarebbe stato troppo piccolo per
lasciare spazio alla libertà dell' uomo : l' universo finito
fisicamente per Bruno é una casa ma anche una gabbia , quello
infinito non può più essere una casa ma neanche più una gabbia e
questo a Bruno piace . L' idea del mondo infinito dà l' idea di un'
infinita libertà umana . Comunque Bruno propone anche argomentazioni
scientifiche a supporto dell' infinitezza del mondo , che ricalcano
quanto già avevano detto Ockham e Cusano : Ockham aveva detto che il
mondo é finito , ma che nella sua onnipotenza Dio avrebbe potuto
farlo infinito ; Cusano in modo un pò ambiguo ( doveva essere
compatibile col cristianesimo ) diceva che la causa infinita non può
che estrinsecarsi in un effetto infinito e diceva anche che il mondo
é infinito nel senso che é somma infinita di enti finiti . Invece
Bruno dirà una volta per tutte che l' universo é infinito proprio
perchè effetto di una causa infinita ; non solo , ma se esaminiamo
la questione in termini cusaniani , ossia se il centro dell' universo
può essere identificato con qualsiasi punto dell' universo stesso (
dato che la concezione dell' universo come contrazione di Dio conduce
Cusano a vedere in esso la stessa infinità di Dio ) , la sua
circonferenza , cioè il suo confine , non può essere determinato ed
esso si estende in misura ugualmente indeterminata da ogni lato :
quindi la caratteristica principale dell' universo non é il suo
confine , ma la sua illimitatezza , e se esso si estende all'
infinito , così anche la vita che in esso pullula si propaga all'
infinito : per Bruno ci sono due generi di corpi nel cosmo , i soli e
le terre : i primi luminosi ed ignei , le seconde cristalline o
acquee e lucide : il fatto che noi vediamo solo i soli ( ossia le
stelle ) e non le terre , dipende esclusivamente dal fatto che gli
uni son grandi e le altre , molto minori , son rese invisibili dalla
distanza . Non c' é altra diversità di natura e di dignità tra gli
astri : " si noi fussimo ne la luna o in altre stelle , non
sarreimo in loco molto dissimile a questo , e forse in peggiore "
( La cena de le Ceneri ) . Comuni a tutti gli astri sono il movimento
, i motori , la materia e lo spazio in cui si muovono . Il loro moto
é circolare . Infiniti sono i soli e infinite le terre : credere che
esistano solo i pianeti che già conosciamo é come credere che
esistano solo gli uccelli che passano davanti alla propria finestra !
Con le sue affermazioni Bruno sapeva bene di andare a finire nel
panteismo ( ossia che Dio e il mondo sono la stessa cosa ) , ma il
suo rapporto con la religione era ben diverso da quello di Cusano ,
che lavorava all' interno della Chiesa stessa . Se Bruno nutre grandi
simpatie per la teoria copernicana , che apre le porte all'
infinitezza del mondo , egli non può che disapprovare le dottrine di
Aristotele per diversi motivi : in primo luogo Bruno é un umanista e
tipica dell' Umanesimo é l' avversione nei confronti dello Stagirita
in quanto filosofo preferito dei Medioevali ; in secondo luogo
Aristotele aveva strenuamente sostenuto la finitezza dell' universo ;
nel De immenso , composto in Inghilterra nel 1583, Bruno , difendendo
l' infinitezza dell' universo , designa Aristotele come " il
Sofista " , anzichè " il Filosofo " come erano soliti
chiamarlo i Medioevali : proprio come i sofisti , che partendo dal
presupposto che la parola può tutto , dimostravano le cose più
strampalate e distanti dal vero , così Aristotele ( che sempre nel "
De immenso " Bruno definisce " ministro della stoltezza "
) dimostra la finitezza dell' universo . Nella Cena delle ceneri
(Inghilterra, 1584) Bruno critica le tesi del teologo luterano
Osiander, che, nella prefazione anonima al De revolutionibus orbium
coelestium, sostiene che il modello astronomico eliocentrico non ha
valore fisico e cosmologico, essendo soltanto un’ipotesi
astronomica, modello geometrico utile per spiegare congetturalmente i
fenomeni celesti. Questa interpretazione, sostenuta dai professori
inglesi calvinisti, riduce il contrasto della teoria con la lettera
della Sacra Scrittura. Contro di essa Bruno afferma la verità fisica
e cosmologica dell’eliocentrismo, tentando di mantenersi su di un
piano esclusivamente filosofico, non volendo affrontare la questione
(teologica) della concordanza tra eliocentrismo e Bibbia. Nella Cena
la critica si indirizza innanzitutto contro le premesse filosofiche
del geocentrismo. Vengono presi di mira i capisaldi della fisica
aristotelica , allo scopo di confutare gli argomenti tradizionali
contro il movimento della terra: Bruno perviene a principi quali
quello di relatività dei movimenti e di inerzia. Detto questo ,
Bruno cerca di spiegare che rapporto c'é tra universo e Dio : si
serve dell' esempio della statua , già usato da Aristotele . Il
rapporto tra Dio e il mondo é lo stesso rapporto che c'é tra lo
scultore e la statua : se io guardo la statua , essendo essa effetto
dello scultore , io conoscendo la statua conosco in qualche misura
anche lo scultore ; ma non lo conosco totalmente perchè nella statua
ci mette una parte di sè , non tutto se stesso : rimane una parte
che é inconoscibile . Bruno fa anche una distinzione tecnica tra due
parole , nella sua opera " Della causa principio ed uno " .
C'é differenza tra dire causa e dire principio : causa é quando
qualcosa produce restando fuori dalla cosa prodotta ( " ciò che
concorre alla produzione delle cose esteriormente , ed ha l' essere
fuor de la composizione " ) , principio é quando qualcosa é
parte di ciò che ha prodotto ( " ciò che intrinsecamente
concorre alla costituzione della cosa e rimane nell' effetto " )
: per esempio nelle famose quattro cause di Aristotele , la causa
materiale e quella formale sono principi perchè generano la cosa e
ne fanno parte ; quella efficiente no perchè sta fuori dalla cosa
prodotta . Lo scultore in questo senso é causa e principio
contemporaneamente perchè agisce dall' esterno , ma qualcosa di sè
all' interno della statua lo lascia . Lo stesso discorso vale per il
rapporto Dio - mondo : il mondo é l' effetto di Dio . Dio ha
prodotto nel mondo e in qualche modo é quindi presente nel mondo ,
nulla impedisce tuttavia di pensare che Dio non si sia "
esaurito " nel creare il mondo : mantiene una sottile
distinzione Dio-mondo . Il mondo é sì un' estrinsecazione di Dio ,
ma ciò non significa che Dio sia tutto solo nel mondo . Però Bruno
faceva questa aggiunta : come filosofo posso conoscere solo ciò che
Dio ha messo di sè nel mondo : nel mondo colgo la presenza di Dio .
Non posso però , come per la statua , conoscere tutto Dio , posso
conoscere come Dio si é espresso nell' universo . Non posso
conoscere Dio in sé , ma posso conoscerlo come presente nel mondo :
si parla di " Deus super omnia " e " Deus insitus
omnibus " : l' idea di un Dio che sta sopra all' universo ma che
vi sta anche dentro . Allora Bruno diceva che quello che é Deus
super omnia l' uomo non può conoscerlo ( a meno che Dio non glielo
voglia far sapere tramite verità rivelate , alle quali peraltro
Bruno non pare dare molto peso ) ; come filosofo posso conoscere Dio
solo nella misura in cui si é calato nell' universo : questo
consente a Bruno di poter dire che non si può parlare del Dio che
non si é calato nell' universo : non può ( perchè la ragione non
può arrivare a tanto ) e non vuole ( perchè non nutre interesse per
la questione ) . Bruno ammette che Dio esista come super omnia , ma
fino a che punto il suo discorso era sincero ? Probabilmente era solo
una scusa quella che il Dio super omnia non lo si può conoscere e
quindi non se ne può parlare perchè forse Bruno credeva solo in
quello insitus omnibus .
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