martedì 27 marzo 2012

Leggenda di Hiram Abif


Volendo edificare un Tempio alla gloria del Signore e
realizzare il progetto di suo padre Davide, il re Salomone chiama ai suoi ordini un gran numero di operai e affida la direzione dei lavori al Maestro Architetto Hiram-Abif. Questi studia attentamente i piani tracciati dalla mano stessa di Dio e organizza i lavori con ordine e rigore: divide i costruttori in tre classi e attribuisce segni segreti, parole sacre e gesti rituali a ciascuna di esse. Davanti all’ edificio in costruzione fa collocare due colonne: l’ una riservata agli Apprendisti poichè è presso dio essa che ricevono la giusta paga per il lavoro; l’ altra dedicata ai Compagni d’ Arte con analoghe funzioni; i Maestri invece si riuniscono in un luogo a essi soli cognito e che ha il nome di ( camera di mezzo ). Tre Compagni, rosi dall’ ambizione, complottano contri Hiram. Essi sono decisi a carpigli la parola di Maestro, ritenendo nella loro credulità, che ciò sarà sufficiente per essere accettati nel
grado superiore.
Una sera essi s’accordano nell’attendere il Maestro Hiram al varco, nel mentre questi procede all’ ultima ispezione del cantiere, prima del riposo notturno. Hiram entra dalla porta Occidente, poi terminato il controllo in quell’ area si avvia verso l’ interno di Mezzogiorno. Là si scontra con il primo congiurato. Che fai in questo luogo? Chiede Hiram; ammettetemi fra i Maestri risponde prontamente il Compagno, sono istruito abbastanza e merito questo avanzamento. Mi è impossibile accogliere la tua richiesta, è la risposta del sovraintendente ai lavori, in quanto sono i Maestri che concedono e non i compagni che esigono.
Voi non passerete di qua, allora, fino a quando non mi avrete comunicato la parola dei Maestri. E poiché il Maestro rifiuta ancora, il cattivo Compagno lo colpisce tra la gola e la spalla con un pesante regolo che aveva in mano.
Ferito Hiram si dirige verso la porta d’ Occidente e qui incontra il secondo Compagno, che gli infligge un colpo di squadra al cuore. Barcollante il Maestro cerca di trovare scampo alla porta d’ Oriente. Il terzo, scellerato colà appostato gli chiede per l’ ultima volta la parola del terzo grado e al rinnovato diniego di Hiram, viene preso da una violenta collera e lo uccide con un colpo di maglietto alla fronte.
I tre Compagni decidono di nascondere il loro misfatto, seppellendo il corpo dell’ assassinato in un rilievo del terreno nei pressi di un Tempio. Salomone intanto, preoccupato dell’ assenza del suo Maestro Architetto, invia nove Maestri a rintracciarlo; tre partono verso il Mezzogiorno, tre in direzione settentrionale e tre verso Oriente. Sono questi ultimi che individuano la sepoltura di Hiram e a essi si aggiungono ben presto gli altri Maestri, lamentando la perdita del venerato Architetto. La costruzione del Tempio tuttavia non si fermerà come lo stesso Hiram aveva insegnato. I Maestri piantano un’ acacia sulla tomba dell’Architetto e si scambiano la parola segreta che da accesso al loro grado. Grande è la costernazione di Salomone nell’ apprendere la triste notizia, ma i Maestri lo rassicurano che la sapienza di Hiram no è perduta e che i discepoli sapranno proseguire la di Lui opera. Il re prega allora i Maestri di recuperare il corpo dello scomparso, affinche gli vengano tributati i giusti onori funebri. Stabilisce inoltre che da quel momento tutti i Massoni siano tenuti a calzare guanti bianchi per provare ch’ essi non hanno partecipato all’ assassinio e che il loro spirito cerchi per sempre la più grande purezza.
Il sepolcro di Hiram viene approntato.
Si dice che tali fossero le misure: tre piedi di larghezza, cinque di profondità e sette di lunghezza. All’ interno vengono scavate tre fosse distinte : l’ una per il cadavere, l’ altra per la canna regolo e la terza per gli abiti. Al di sopra Salomone fa incidere, un triangolo d’ oro, recante la seguente iscrizione ( Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’ Universo ).
Hiram assassinato rivive in ciascun Massone iniziato al Grado di Maestro.
Fr:. G. F. 

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