Volendo edificare un Tempio alla gloria
del Signore e
realizzare il progetto di suo padre Davide, il re
Salomone chiama ai suoi ordini un gran numero di operai e affida la
direzione dei lavori al Maestro Architetto Hiram-Abif. Questi studia
attentamente i piani tracciati dalla mano stessa di Dio e organizza i
lavori con ordine e rigore: divide i costruttori in tre classi e
attribuisce segni segreti, parole sacre e gesti rituali a ciascuna di
esse. Davanti all’ edificio in costruzione fa collocare due
colonne: l’ una riservata agli Apprendisti poichè è presso dio
essa che ricevono la giusta paga per il lavoro; l’ altra dedicata
ai Compagni d’ Arte con analoghe funzioni; i Maestri invece si
riuniscono in un luogo a essi soli cognito e che ha il nome di (
camera di mezzo ). Tre Compagni, rosi
dall’ ambizione, complottano contri Hiram. Essi sono decisi a
carpigli la parola di Maestro, ritenendo nella loro credulità, che
ciò sarà sufficiente per essere accettati nel
grado superiore.
Una sera essi s’accordano nell’attendere il Maestro Hiram al varco, nel mentre questi procede all’
ultima ispezione del cantiere, prima del riposo notturno. Hiram entra
dalla porta Occidente, poi terminato il controllo in quell’ area si
avvia verso l’ interno di Mezzogiorno. Là si scontra con il primo
congiurato. Che fai in questo luogo? Chiede Hiram; ammettetemi fra i
Maestri risponde prontamente il Compagno, sono istruito abbastanza e
merito questo avanzamento. Mi è impossibile accogliere la tua
richiesta, è la risposta del sovraintendente ai lavori, in quanto
sono i Maestri che concedono e non i compagni che esigono.
Voi non passerete di qua, allora, fino
a quando non mi avrete comunicato la parola dei Maestri. E poiché il
Maestro rifiuta ancora, il cattivo Compagno lo colpisce tra la gola e
la spalla con un pesante regolo che aveva in mano.
Ferito Hiram si dirige verso la porta
d’ Occidente e qui incontra il secondo Compagno, che gli infligge
un colpo di squadra al cuore. Barcollante il Maestro cerca di trovare
scampo alla porta d’ Oriente. Il terzo, scellerato colà appostato
gli chiede per l’ ultima volta la parola del terzo grado e al
rinnovato diniego di Hiram, viene preso da una violenta collera e lo
uccide con un colpo di maglietto alla fronte.
I tre Compagni decidono di nascondere
il loro misfatto, seppellendo il corpo dell’ assassinato in un
rilievo del terreno nei pressi di un Tempio. Salomone intanto,
preoccupato dell’ assenza del suo Maestro Architetto, invia nove
Maestri a rintracciarlo; tre partono verso il Mezzogiorno, tre in
direzione settentrionale e tre verso Oriente. Sono questi ultimi che
individuano la sepoltura di Hiram e a essi si aggiungono ben presto
gli altri Maestri, lamentando la perdita del venerato Architetto. La
costruzione del Tempio tuttavia non si fermerà come lo stesso Hiram
aveva insegnato. I Maestri piantano un’ acacia sulla tomba
dell’Architetto e si scambiano la parola segreta che da accesso al
loro grado. Grande è la costernazione di Salomone nell’ apprendere
la triste notizia, ma i Maestri lo rassicurano che la sapienza di
Hiram no è perduta e che i discepoli sapranno proseguire la di Lui
opera. Il re prega allora i Maestri di recuperare il corpo dello
scomparso, affinche gli vengano tributati i giusti onori funebri.
Stabilisce inoltre che da quel momento tutti i Massoni siano tenuti a
calzare guanti bianchi per provare ch’ essi non hanno partecipato
all’ assassinio e che il loro spirito cerchi per sempre la più
grande purezza.
Il sepolcro di Hiram viene approntato.
Si dice che tali fossero le misure: tre
piedi di larghezza, cinque di profondità e sette di lunghezza. All’
interno vengono scavate tre fosse distinte : l’ una per il
cadavere, l’ altra per la canna regolo e la terza per gli abiti. Al
di sopra Salomone fa incidere, un triangolo d’ oro, recante la
seguente iscrizione ( Alla Gloria Del Grande
Architetto Dell’ Universo ).
Hiram assassinato rivive in ciascun
Massone iniziato al Grado di Maestro.
Fr:. G. F.
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